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P.O.S., Interpelli e Riorganizzazione Uffici.
“Il lupo perde il pelo ma non il vizio…” e
UILPA Entrate diffida l’Agenzia al rispetto delle norme!
La scorsa settimana, con le allegate note su “POS” e “Riorganizzazione” inviate al vertice dell’Agenzia, siamo ritornati nel merito del “nuovo” istituto delle Posizioni Organizzative Speciali (previste dall’art. 23-quinquies del d.l. n. 95/2012), sui criteri di attribuzione degli incarichi delle P.O.S. e sugli aspetti della riorganizzazione che ha previsto un incoerente (se non illegittimo) automatismo di “riclassificazione” di molti Uffici da posizioni dirigenziali a P.O.S..
In questi ultimi mesi l’Agenzia sta portando progressivamente avanti un piano riorganizzativo in cui le P.O.S. saranno una figura professionale fondamentale per la nostra Amministrazione e, potenzialmente, una occasione di crescita professionale ed economica per i lavoratori.
Tutto questo, quindi, potrebbe (o poteva) costituire l’occasione per una nuova legittima “opportunità” riorganizzativa (cfr. Comunicato UILPA Entrate del 27 marzo u.s.) dopo gli effetti dirompenti della sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale.
Ma è noto che: “il lupo perde il pelo ma non il vizio…” e ci troviamo, quindi, con l’Agenzia che ha regolamentato unilateralmente i citati profili senza che fosse attivato alcun istituto del sistema di relazioni sindacali. Ancora più grave è, però, che lo ha fatto con modalità e contenuti spesso illegittimi (sotto il profilo contrattuale), incoerenti e, per alcuni aspetti, contrari alla stessa ratio normativa che ne ha previsto l’istituzione.
Cosicché, ad esempio, ha pensato bene di applicare alle P.O.S., previste per legge come figura professionale di livello non dirigenziale, pressoché esclusivamente istituti del contratto dirigenti, con conseguenti svariati illegittimi riflessi.
Le incoerenti e/o illegittime scelte unilaterali si riscontrano anche in merito ai criteri adottati per l’attribuzione degli incarichi delle P.O.S. e che risultano per lo meno “ondivaghi” e poco trasparenti (ad essere buoni). Basterebbe, in tal senso, confrontare i criteri di assegnazione degli incarichi già attribuiti nel corso dei mesi precedenti (136 incarichi sulla base del discutibile atto direttoriale del 2013) e l’attuale bando di interpello a ulteriori n.189 posizioni.
Circostanze, quelle descritte, che determinano illegittimità e/o disparità di trattamento e possono costituire fondati elementi d’impugnazione del bando d’interpello e, più in generale, della figura professionale della P.O.S. per come l’Agenzia ha inteso “normare” facendone un “ibrido” professionale.
Ecco perché, con le note in allegato, abbiamo avviato un ultimo tentativo idoneo a che l’Agenzia, con modalità trasparenti e condivise, possa porre in essere la radicale modifica a quanto unilateralmente definito e, quindi, coniugare il corretto ruolo e funzione organizzativa della P.O.S. con le garanzie ed i diritti con cui, secondo legge e contratto, il vigente ordinamento giuridico configura e tutela l’ordinamento professionale dei lavoratori dell’Agenzia.
Probabilmente questo intervento lo facciamo in ritardo rispetto alle occasioni in cui sono emerse le prime criticità.
Probabilmente abbiamo dato eccessiva fiducia e “tempo” all’Agenzia rispetto alle numerose occasioni in cui, ai vari tavoli nazionali, abbiamo man mano evidenziato, purtroppo inascoltati dal resto della parte sindacale, le criticità oggi ribadite nei nostri documenti.
Probabilmente ci siamo illusi che entrare costruttivamente nel merito delle tematiche potesse risultare meno “noioso” a quelle OO.SS. che, quantomeno nell’ambito dell’Agenzia delle Entrate, hanno deciso di mantenere politiche sindacali “acquiescenti”… o forse troppo propositive per quelle altre OO.SS. che si pongono in costante approccio da “urlatori” ma non entrano nel merito delle problematiche e nulla propongono.
La nostra odierna “denuncia” è da intendere, quindi, quale estremo costruttivo tentativo affinché le P.O.S. costituiscano una legittima e funzionale figura organizzativa per le strutture dell’Agenzia e che ciò avvenga nell’alveo di un condiviso ordinamento professionale che configuri trasparenti e legittimi percorsi di sviluppo di carriera per tutti i lavoratori del fisco.
Diversamente non può che prevedersi l’ennesima occasione mancata nonché l’ulteriore fallimento organizzativo che verrebbe destrutturato a seguito del prevedibile esito degli inevitabili ricorsi.
UILPA su POS UILPA su RIORGANIZZAZIONE
Renato Cavallaro