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Ecco perché, come Segreteria Nazionale, oltre a condividere l’azione di lotta avviata dal nostro Coordinamento Regionale Puglia, abbiamo deciso di sostenere le iniziative avviate presso gli Uffici dell’Agenzia di Bari!
Innanzitutto, perché non è una questione o un problema strettamente “limitato” alla sola realtà pugliese.
Abbiamo elementi più che sufficienti – e i lavoratori del fisco lo sanno perché lo vivono quotidianamente sulla propria pelle… – che, in molte realtà sul territorio nazionale, è stato assunto “a sistema” dall’Agenzia un modus operandi che travalica la “discrezionalità amministrativa” divenendo palese illegittimità:
-…pur di raggiungere gli obiettivi!
-…pur di tenere “limpida” l’immagine dell’Agenzia, salvando da sanzioni disciplinari qualche dirigente (anche se le relazioni dell’Audit ne prospettano le responsabilità), e scaricando la “colpevolezza” sui lavoratori, anche se di II area, con pesanti sanzioni disciplinari, pur se è accertato e documentato (anche dalle stesse relazioni Audit) che non hanno avuto alcuna responsabilità o ruolo decisionale!
-…pur di dimostrare al Paese una finta “spending review” aziendale, gravata da costi indiretti e soprattutto pagata dagli stessi lavoratori e dai cittadini!!
Potremmo continuare a lungo (… e lo faremo) ma oggi vorremmo condividere le due importanti testimonianze e riflessioni, in allegato, del nostro Coordinamento Regionale della Puglia, in cui si evidenzia la necessità, ormai inderogabile, di rivedere il sistema di selezione e assegnazione di incarichi del gruppo dirigente della nostra Amministrazione. Un documento non di sola denuncia ma anche di analisi e proposte.
Se in molti casi la professionalità “tecnica: tributaria-amministrativa” della classe dirigente può non essere messa in discussione, le capacità manageriali, relazionali e organizzative sono, nella maggior parte dei casi, pari a zero!!
Oggi, stiamo rischiando il punto del non ritorno.
Infatti, oltre al rischio che sentenze della Corte Costituzionale o di altre giurisdizioni possano cancellare un apparato di “precarietà” di assegnazione di funzioni dirigenziali che si protrae da oltre un decennio, l’assenza di una precisa assunzione di responsabilità del proprio agire; la sudditanza gerarchica che determina un più frequente e scomposto comportamento di “debolezza” con i superiori e di inaccettabile arroganza con i propri collaboratori (deboli con i forti e forti con i deboli…), non rende onore alla categoria e all’immagine dell’Agenzia stessa (oltre ad non essere coerente con le loro retribuzioni!!).
In questo quadro, nulla accade all’improvviso e apprezziamo, quindi, le iniziative avviate dal nostro Coordinatore Regionale della Puglia che, su fatti specifici, aveva già da mesi stigmatizzato episodi come quello in cui è stato protagonista il direttore della D.P. di Foggia che, anziché proporre l’encomio per il caso dei lavoratori della sua D.P. picchiati mentre erano in verifica esterna, lo propone per chi avrebbe rinunciato a partecipare ad una assemblea sindacale indetta in occasione di una celebrazione in ricordo dell’efferato delitto perpetrato nei riguardi di un funzionario dello Stato.
Non è questo l’ambiente di lavoro che vogliamo!!
Renato Cavallaro ESITO INTERPELLI DIRIGENTI Encomio irriverente Foggia