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ATTUABILI LE PROGRESSIONI ECONOMICHE

In merito alla possibilità di attuare, oggi, le progressioni economiche ci verrebbe da richiamare l’ormai famoso slogan “yes, we can!” anche se, coscienti che la nostra realtà non è quella statunitense di Obama, dovremmo quantomeno aggiungere “…basta volerlo!”.

La Legge di stabilità 2015, sebbene proroghi il blocco del rinnovo contrattuale, non proroga le norme che prevedevano che le progressioni economiche non potessero avere alcuna “efficacia economica” sino allo scorso 31 dicembre.

Sotto il profilo strettamente normativo, quindi, la legge di stabilità non ha più prorogato i vincoli previsti dall’art. 9, comma 21, terzo e quarto periodo, del D.L. n.78/2010 agevolando, così, la possibilità di riprendere l’attuazione del nostro importante istituto contrattuale.

Agevolare, però, non significa che sarà impresa facile soprattutto per due ordini di problemi: il primo, di natura economica e quindi attinente all’adeguato finanziamento; il secondo, l’effettiva volontà di tutti gli “attori in causa” a volerle attuare.

In merito al loro finanziamento ricordiamo la necessità di reperire risorse adeguate nel nostro Fondo di amministrazione aventi natura “certe e stabili”, cioè dire essere costantemente presenti nel nostro Fondo a garanzia, nel tempo, del finanziamento e che non siano già impiegate a copertura di altre finalità o altri istituti contrattuali.

Riteniamo già questa una parziale ma rilevante difficoltà in quanto le risorse di questa natura “non impegnate” non sono, ad oggi, sufficienti a garantire la copertura per un ampio numero di progressioni.

Non si può, quindi, non ricordare come l’accordo capestro sul finanziamento delle Posizioni Organizzative, sottoscritto nel 2010 esclusivamente da CISL e Salfi – tra l’altro prorogato nel 2014 unilateralmente dall’Amministrazione con il beneplacito delle medesime sigle – sottrae annualmente, al Fondo dei lavoratori, oltre 10 milioni di euro di risorse “certe e stabili”.

Come UILPA Entrate è ormai dal 2013 che abbiamo formalmente presentato una fattibile ed efficace proposta che possa contemperare tutti i legittimi interessi in causa e, al contempo, riappropriarsi di importanti quote del Fondo da utilizzare per le progressioni economiche.

Infatti, l’attuale sistema di remunerazione delle posizioni organizzative prevede un rilevante sbilanciamento del finanziamento a carico del fondo dei lavoratori e una quota residuale a carico dell’Agenzia.

Sarebbe sufficiente, quindi, che la quota a carico del Fondo venga ridimensionata e, conseguentemente, incrementata la quota a carico dell’Agenzia. Quest’ultima, peraltro, usufruisce, ormai, di “corposi” risparmi derivanti dalla spending review messa in atto nonché dalle ordinarie quote del c.d “potenziamento” riconosciutegli annualmente con il decreto “ex comma 165” e/o da normative specifiche come la stessa legge di stabilità che dà all’Agenzia, a decorrere dal 2015, una integrazione di finanziamento pari a 100 milioni di euro (art. 1, c. 155).

Così come da noi proposto, verrebbero salvaguardate tutte le esigenze e soddisfatti i legittimi interessi:

  • dell’Agenzia a non vedere diminuite il numero delle P.O.;
  • dei lavoratori incaricati delle P.O. che vedrebbero tutelata professionalità ed attuale remunerazione;
  • di tutti i lavoratori ad avere risorse sufficienti per un ampio piano di progressioni economiche.

Tutto ciò, però, si collega ad un secondo ordine di problemi e cioè se è effettiva la volontà di tutti gli “attori in causa” a voler concretizzare l’atteso, dopo anni, riavvio delle progressioni economiche. Invertire le politiche di questi anni portate avanti dall’Agenzia che preferisce una gestione unilaterale delle risorse del Fondo dei lavoratori e non già una loro stabilizzazione, neanche attraverso un percorso di sviluppo di carriera.

In questi anni come UILPA Entrate non ci siamo limitati alla seppur doverosa “condanna e protesta” ma abbiamo provato a costruire con proposte fattive e attuabili, con coraggio e progettualità!

Purtroppo, è prevalso in seno agli altri “attori in causa” il poco coraggio nell’affrontare le scelte che avessero un minimo di prospettiva costruttiva; il tutto condito da una politica dell’Agenzia autoreferenziale in cui il benessere e la professionalità dei lavoratori sono stati assolutamente posti in secondo piano.

Lavoreremo affinché potrà avviarsi anche in queste tematiche un nuovo “verso” auspicando, in tal senso, la disponibilità da parte del nuovo vertice dell’Agenzia.

Ecco perché, oggi, diciamo: Yes, we can… basta volerlo!”

Roma, 8 gennaio 2015